I ricercatori hanno confermato che la felce azolla della Carolina non produce cianotossine nocive, il che suggerisce che la pianta potrebbe contrastare in modo sicuro l'insicurezza alimentare globale, offrendo al contempo una soluzione sostenibile.
La Carolina azolla, una felce d'acqua dolce galleggiante a crescita rapida, ha attirato l'attenzione degli scienziati di tutto il mondo per il suo potenziale di alleviare l'insicurezza alimentare globale. Nuove scoperte di un team internazionale di ricercatori, tra cui Daniel Winstead della Penn State, hanno dissipato le preoccupazioni sulla sicurezza della pianta confermando che non produce cianotossine dannose.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Plants, sottolinea il valore nutrizionale e la digeribilità dell'azolla, rafforzandone il potenziale come fonte alimentare sostenibile.
"Questa scoperta suggerisce che l'azolla è sicura per gli alimenti e ha il potenziale per nutrire in modo sicuro milioni di persone grazie alla sua rapida crescita mentre galleggia liberamente su acque dolci poco profonde senza bisogno di fertilizzanti azotati", ha affermato Winstead, un tecnologo di ricerca presso il College of Agricultural Sciences della Penn State, in un comunicato stampa.
Ha sottolineato la caratteristica unica della pianta di raddoppiare la sua biomassa ogni due giorni e di catturare l'azoto direttamente dall'aria.
All'inizio di quest'anno sono emerse preoccupazioni in merito alle tossine potenzialmente prodotte dai cianobatteri, o alghe verdi-azzurre, che vivono all'interno dell'azolla. Le cianotossine, potenti tossine collegate a gravi problemi di salute come disturbi neurodegenerativi, paralisi muscolare e insufficienza epatica e renale, erano una preoccupazione significativa.
"Ho sentito un senso di responsabilità nell'aiutare a rispondere a questa domanda perché avevamo appena pubblicato circa qualità nutrizionale dell'azolla", ha aggiunto Winstead, che era l'autore principale dello studio precedente. "Non volevo promuovere il consumo di una pianta potenzialmente dannosa."
In risposta, è stato avviato uno sforzo collaborativo internazionale. I ricercatori della Fondazione Azolla, dell'Università di Porto in Portogallo, di Azolla Biodesign in Arizona e di diverse altre prestigiose istituzioni si sono riuniti per testare rigorosamente la presenza di cianotossine nell'azolla.
"Insieme, abbiamo analizzato i risultati e concluso che l'azolla, e più specificamente un cianobatterio che vive nelle cavità delle foglie dell'azolla, non produce nessuna delle principali cianotossine", ha affermato Winstead. Lo studio ha identificato il cianobatterio come Nostoc azollae, confermato privo del materiale genetico necessario per produrre queste tossine dannose.
Winstead ha sottolineato le implicazioni più ampie di questa svolta.
"Potrebbe aiutare a sfamare molte persone bisognose in tutto il mondo e diventare una nuova fonte di biofertilizzante e biodiesel", ha aggiunto, presentando l'azolla come una soluzione multiuso a diversi urgenti problemi globali.
Questa scoperta fondamentale apre la strada a ulteriori esplorazioni del potenziale dell'azolla, promuovendo un'agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare in tutto il mondo.