Nuovo studio collega le app per la salute e il fitness ai disturbi alimentari

Una nuova ricerca della Flinders University scopre un preoccupante collegamento tra l'uso di app per la salute e il fitness e i comportamenti alimentari disordinati. Lo studio evidenzia la necessità per gli sviluppatori di app di dare priorità alla salute mentale insieme al fitness.

Con un numero crescente di persone che si rivolgono ad app per la salute e il fitness per rispettare i buoni propositi per il nuovo anno, una nuova ricerca della Flinders University solleva segnali di allarme sulle potenziali conseguenze negative di questi strumenti. Lo studio, pubblicato sulla rivista Body Image, esplora la preoccupante relazione tra l'uso di queste app e disturbi alimentari, problemi di immagine corporea ed esercizio fisico eccessivo.

"Le app per la dieta e il fitness vengono commercializzate come strumenti per migliorare la salute; tuttavia, possono anche avere conseguenze negative indesiderate, come la creazione di pressione per raggiungere gli obiettivi, preoccupazioni sull'immagine corporea e provocare sensi di colpa se gli obiettivi non vengono raggiunti", ha affermato la prima autrice Isabella Anderberg, una studentessa di dottorato presso il College of Education, Psychology and Social Work, in un comunicato stampa.

I ricercatori hanno esaminato 38 studi, concentrandosi sulla crescente tendenza dei giovani adulti a utilizzare app come MyFitnessPal per tracciare i loro pasti, le calorie e le routine di allenamento. Con circa 311 milioni di persone che utilizzano app per la salute a livello globale, lo studio ha scoperto che gli utenti abituali avevano maggiori probabilità di mostrare comportamenti problematici correlati al cibo e all'esercizio fisico.

"Abbiamo scoperto che i giovani adulti che usano app per la dieta e il fitness hanno maggiori sintomi di disturbi alimentari, come diete dannose o restrittive, e hanno pensieri negativi sull'immagine corporea rispetto a coloro che non le usano", ha aggiunto Anderberg.

La ricerca ha indicato che la forte enfasi sulla restrizione dietetica e sulla perdita di peso all'interno di queste app potrebbe esacerbare comportamenti dannosi, specialmente tra gli individui con problemi preesistenti di peso o immagine corporea. Mentre alcuni utenti hanno segnalato risultati positivi, come una maggiore consapevolezza e motivazione, l'impatto complessivo sulla salute mentale rimane una considerazione cruciale.

"Mentre alcuni utenti hanno segnalato esperienze positive, come una maggiore consapevolezza e motivazione, le implicazioni più ampie per la salute mentale necessitano di un'attenta considerazione, soprattutto tra le popolazioni vulnerabili come gli adolescenti", ha aggiunto Anderberg.

L'autrice principale Ivanka Prichard, professoressa associata presso la Facoltà di Infermieristica e Scienze della Salute, ha sottolineato l'importanza di integrare le priorità relative alla salute mentale nella progettazione delle app per il fitness.

"I nostri risultati evidenziano l'importanza di promuovere un'immagine corporea sana e comportamenti di esercizio fisico tra i giovani adulti, e di essere consapevoli dei potenziali rischi associati all'uso di app di dieta e fitness e per gli utenti di avvicinarsi a loro con l'obiettivo di migliorare la propria salute", ha affermato Prichard nel comunicato stampa.

Con la continua evoluzione della tecnologia sanitaria, è evidente la necessità di una ricerca continua per bilanciare i vantaggi e i rischi di queste app.

"In un mondo in crescita con la tecnologia, studi come questo sono importanti per dare forma alla ricerca futura per fornire le migliori informazioni sulla salute e l'autogestione tramite app alla popolazione più ampia", ha aggiunto Prichard.

Il team di ricerca suggerisce che lo sviluppo futuro delle app dovrà dare priorità agli impatti psicologici oltre che agli obiettivi di forma fisica, per attenuare eventuali conseguenze indesiderate.

"Con l'evoluzione della tecnologia di automonitoraggio e il rilascio di nuove app per la dieta e il fitness, è fondamentale che la ricerca continui a esplorare i potenziali benefici e le eventuali conseguenze indesiderate connesse al loro utilizzo", ha concluso Anderberg.