La qualità delle amicizie sui social network può combattere la solitudine, secondo un nuovo studio

Un nuovo studio dell'Università dell'Arkansas evidenzia gli impatti positivi delle amicizie di qualità sui social network sull'autostima e sulla solitudine, fornendo potenziali soluzioni per combattere la crescente epidemia di solitudine negli Stati Uniti.

La solitudine è diventata un problema sempre più diffuso negli Stati Uniti, colpendo un terzo degli americani che hanno dichiarato di aver sperimentato una "grave solitudine" negli ultimi anni. In particolare, la mancanza di interazione sociale è stata associata a un rischio più elevato di depressione, autolesionismo e persino suicidio, contribuendo a un record di 50,000 suicidi nel 2023.

Man mano che la vita moderna diventa più digitalizzata, le connessioni interpersonali lasciano il posto alle interazioni virtuali, in particolare tra i giovani adulti. Gli americani di età compresa tra 18 e 29 anni ora trascorrono più di cinque ore al giorno sui social network, amplificando le preoccupazioni sugli impatti psicologici negativi dell'uso eccessivo dei social media. Tuttavia, un nuovo studio condotto da Brandon Bouchillon, professore associato di giornalismo presso l'Università dell'Arkansas, offre una prospettiva ottimistica.

Pubblicato il nella rivista Telematics and Informatics, lo studio di Bouchillon indaga il potenziale dei siti di social networking per alleviare la solitudine attraverso amicizie digitali significative. La ricerca rivela che l'uso motivato di queste piattaforme per promuovere connessioni genuine può migliorare significativamente l'autostima e ridurre i sentimenti di isolamento.

"Sto scoprendo che i cambiamenti nelle reti personali, ovvero la sensazione di vicinanza e cameratismo con altri utenti dei social network, possono portare a un aumento del senso di autostima, e questo si collega a livelli più bassi di isolamento sociale percepito, anche nel tempo", ha affermato Bouchillon in un comunicato stampa.

Lo studio distingue tra autostima di tratto, una forma di autostima stabile e duratura, e autostima di stato, un incremento più temporaneo influenzato da eventi come la ricezione di un "mi piace" sui social media.

Intervistando 1,500 partecipanti rappresentativi della demografia del censimento degli Stati Uniti e contattandone più della metà sei settimane dopo, Bouchillon ha cercato di misurare l'impatto della qualità dell'amicizia in rete.

I partecipanti hanno risposto ad affermazioni come "Sono una persona di valore" su una scala da "fortemente in disaccordo" a "fortemente d'accordo" e hanno riferito i loro sentimenti di solitudine e isolamento sociale.

Lo studio ha scoperto che i partecipanti più giovani (di età compresa tra 18 e 39 anni) che hanno percepito un senso di cameratismo attraverso i social network hanno sperimentato un aumento significativo dell'autostima, durato per settimane, che ha successivamente ridotto la loro solitudine.

"Quindi, nonostante il fatto che il modo in cui ti senti riguardo a te stesso sia per lo più stabile per tutta la vita", ha aggiunto Bouchillon, "entrare in contatto con le persone e percepire un cameratismo anche solo lontanamente può portare a sentirsi meglio con se stessi e meno soli, il che in teoria si collega a minori possibilità di autolesionismo e suicidio".

È interessante notare che lo studio ha scoperto una divergenza nelle fasce di età più avanzate: gli individui con più di 70 anni hanno mostrato una riduzione dell'autostima man mano che crescevano le loro amicizie online, forse a indicare che considerano le relazioni digitali più come sostituti che come integrazioni delle interazioni nella vita reale.

Questa ricerca è particolarmente tempestiva, date le recenti preoccupazioni del Surgeon General sui crescenti tassi di suicidio e sulla solitudine in America. Bouchillon sottolinea l'importanza di sviluppare iniziative educative per insegnare alle generazioni più giovani e più anziane come usare i siti di social network in modo efficace per costruire connessioni significative e non politiche.

Il suo prossimo studio su Human Behavior and Emerging Technologies suggerisce che unirsi a gruppi di hobby o interessi potrebbe favorire queste connessioni iniziali, trascendendo potenziali fattori divisivi.

Connettersi attraverso interessi comuni, che si tratti di sport, escursionismo, giardinaggio o birdwatching, può creare una solida base per ampliare la propria rete personale e promuovere impegni nel mondo reale, costruendo così una comunità sociale diversificata e solidale.